lunedì 11 settembre 2017

Indovina il quadro... Ecco la soluzione


                                                                                    

Suonatore di liuto e Voi sapete ch’io v’amo

Nel Suonatore di liuto sono raffigurati degli spartiti musicali. Gli studiosi vi hanno riconosciuto quattro madrigali dal Primo libro di madrigali a quattro voci di Jacques Arcadelt (1539-1654): Chi potrà dir quanta dolcezza provo, Se la dura durezza in la mia donna, Voi sapete ch'io v'amo anzi v'adoro, Vostra fui e sarò mentre ch'io viva.

L’opera fu commissionata dal marchese Vincenzo Giustiniani e rappresenta una mezza figura di giovane, con tunica bianca antichizzante e nastro tra i capelli, seduto a un tavolo mentre suona il liuto. Ha un viso leggermente effeminato e la bocca semidischiusa, colto forse nel momento in cui sta intonando il canto. A sinistra è poggiata una caraffa di vetro e intorno sono disposti alla rinfusa dei frutti. Baglione (1642) ricorda che Caravaggio “dipinse per il Cardinale […] un giovane, che sonava il Lauto, che vivo, e vero il tutto parea con una caraffa di fiori piena d’acqua […] E questo fu il più bel pezzo, che facesse mai”.


Riposo durante la fuga in Egitto e Quam pulchra es
Nella tela Riposo durante la fuga in Egitto, san Giuseppe regge nelle mani uno spartito musicale, che è stato riconosciuto come una composizione di un altro musicista franco-fiammingo, Noël Bauldewijn, autore di un madrigale sul tema del Cantico dei cantici, Quam pulchra es. Qui la Sacra Famiglia è raffigurata mentre si concede un po’ di sosta ai margini del bosco, sul far della sera nell’autunno incipiente. La Madonna abbigliata di un magnifico manto rosso fuoco si è addormentata mentre abbraccia teneramente il Bambino, appoggiando il proprio viso al suo. san Giuseppe si è seduto sul sacco delle masserizie, accanto ad un fiasco di vino. Miracolosamente si materializza un angelo che suona il violino, mentre lo stesso Giuseppe gli regge lo spartito. Caravaggio descrive con occhi attento tutta la scena: piante, foglie, sassi, la fresca acqua sullo sfondo, le piccole querce della campagna romana, le erbe grasse e spinose. La sua meticolosa pitture descrive l’angelo con forme apollinee (Calvesi), coperto solo da una tunica svolazzante e il cui volto è vivacizzato da un ciuffo ribelle. I piedi del vecchio stanco si sfiorando l’un l’altro, nel gesto umano e involontario di scaldarsi, forse mossi da un brivido.


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